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L’Ad Gianmatteo Manghi: ”Tutto il team italiano è stato straordinario. Il riconoscimento ottenuto
ci rende molto fieri, e soprattutto ci conferma che stiamo portando avanti un percorso molto positivo.”

Milano, 31 marzo 2021 – Cisco Italia di nuovo sul gradino più alto del podio nella Best Workplace 2022, la classifica stilata annualmente da Great Place to Work Italia su un totale di 210 aziende partecipanti. Un risultato accolto con grande soddisfazione da parte di Cisco, che per il settimo anno consecutivo si è aggiudicata il primo posto nella categoria Medium Companies (150 – 499 dipendenti).

Oltre a renderci orgogliosi, questo riconoscimento conferma la validità delle linee guida adottate fino ad ora, fra le quali rientrano l’adozione di nuovi modelli di lavoro e la diffusione di un cultura inclusiva” dichiara l’Amministratore Delegato di Cisco Italia, Gianmatteo Manghi.  “Negli ultimi anni, accanto al raggiungimento dei nostri obiettivi di business, abbiamo sempre cercato di realizzare un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, in grado di attrarre nuovi talenti e di motivare le persone che lavorano per noi, consapevoli del fatto che sono loro l’anima della nostra azienda. Aver conquistato per sette volte di fila la vetta della classifica Best Workplace ci fa capire a chiare lettere che siamo nella direzione giusta”.

Fra le tante iniziative intraprese da Cisco, vanno sottolineate le varie pratiche di supporto offerte ai dipendenti, come ad esempio “Day for Me”, pensata per offrire qualche momento di riposo extra, oppure come il “Critical Time Off”,  che consente ai caregiver di usufruire fino a 4 settimane di assenza retribuita per affrontare situazioni di criticità familiari.

Abbiamo ascoltato le nostre persone e cercato di guardare anche ai nostri indirizzi strategici, alle decisioni di business che prendiamo, anche attraverso i loro occhi, per capire come fare per crescere insieme” conclude l’Ad Gianmatteo Manghi.

Great Place to Work collabora ogni anno in tutto il mondo con più di 10.000 organizzazioni, aiutandole a raccogliere le opinioni e i feedback di circa 5 milioni di collaboratori riguardo al proprio ambiente di lavoro. I criteri utilizzati per compilare la classifica delle aziende per le quali si lavora meglio sono sostanzialmente due: un’attenta analisi del clima aziendale, verificata attraverso un questionario anonimo compilato dai dipendenti; una lista dettagliata delle attività poste in essere dall’azienda verso i dipendenti.

Il Futuro del Lavoro

Il Futuro del Lavoro è un tema che Cisco ha affrontato con largo anticipo, attuando forme di lavoro ibride ben prima dell’avvento della pandemia, per coltivare una cultura organizzativa attenta alla centralità dell’individuo.   “Negli ultimi anni abbiamo capito che era necessario uno scatto in più per completare il processo di trasformazione che la società richiedeva, e per essere quindi preparati ad affrontare e proporre nuovi modelli di lavoro decisivi per offrire una migliore qualità di vita alle persone”, spiega la Responsabile Risorse Umane di Cisco Italia, Eleonora Nardini.

In questo senso Cisco Italia si è fatta portavoce di nuovi paradigmi professionali, come ad esempio la condivisione del luogo di lavoro con dipendenti di altre aziende, o come la partecipazione a VenyWhere, progetto che da una parte mira a ripopolare Venezia con nuovi talenti professionali rimuovendo il consueto cliché di “città turistica”, dall’altra a diffondere una cultura del lavoro aperta al concetto di anywhere, basata sulla possibilità di lavorare per la propria azienda da qualsiasi parte del mondo.

“Affrontare nuove sfide richiede talenti e capacità che occorre cercare ovunque: il futuro del lavoro è anche un futuro in cui grazie alle nuove forme organizzative e lavorative le persone possono essere valorizzate ovunque si trovino, al di là dei limiti geografici”, conclude Eleonora Nardini. “Impegnarsi perché ciò accada è un fattore chiave per le aziende che vogliono crescere, ma anche per l’intero Paese che oggi affronta la difficile sfida del rilancio in un contesto più difficile di quanto avessimo immaginato qualche mese fa”.